Domanda:
Globalizzazione?
2007-06-07 05:31:24 UTC
se i cittadini di tutti gli stati vivessero come gli americani le risorse naturali del pianeta non sarebbero sufficienti, occorrerebbero sei pianeti per mantenere attivo il sistema (prof. economista S, Latouche università di paris sud)

ma in che razza di mondo viviamo, è possibile, che lo yogurt prima di arrivare nel nostro frigorifero debba percorrere 8000 kilometri? (Beppe Grillo)

la differenza tra paesi sviluppati e non, aumenta di anno in anno, a causa dello sfruttamento e dell indebitamento che si è creato nel corso dei decenni.

il clima non sopporta il nostro modo di vivere e alcuni studiosi pensano che nel 2050 il sistema collasserà.

senza parlare di no global e azioni eversive voi, che idea avete del processo di globalizzazione?
chi è favorevole può elencare i vantaggi che ne derivano?

ripeto non sto cercando risposte che hanno come riferimento principale i movimenti no global o i soliti discorsi riferiti al g8.
vorrei solo un analisi dei processo economico.
Sei risposte:
Simona C
2007-06-07 14:43:47 UTC
Il processo di globalizzazione inizia con l'espansione del sistema di stati europeo prima agli stati uniti e poi tramite l'imperialismo economico occidentale in tutto il mondo creando per la prima volta un'economia globale e funzionante. L'integrazione economica el'unificazione del mondo in un unico sistema economico è strettamente legato allo sviluppo del sistema capitalistico nato da dinamiche economico-sociali europee ma che fin dall'inizio si caratterizza per includere sempre più parti del mondo al di fuori dell'Europa. In seguito ai processi di decolonizzazione poi nuovi attori statali si sono affacciati sulla scena mondiale, ma l'altra faccia dell'indipendenza erano strutture economiche fragili, fasulle e strettamente dipendenti dall'ex madrepatria. L'epoca di nascita del concetto del sottosviluppo coincide con i secoli di tranzizione al sistema capitalistico in cui cominciano le disuguaglianze tra i paesi che si accentueranno poi dopo la rivoluzione industriale. E' soprattutto nell'ultima fase della storia del capitalismo (circa prima metà anni 70 dopo il 1° shock petrolifero) e in particolare degli anni 80 e 90 che si accentuano i processi di integrazione economica. In generale dai processi di globalizzazione traggono vantaggio, in termini di crescita economica, quei paesi che hanno una base produttiva solida e diversificata, capacità imprenditoriale diffusa,mercati concorrenziali, governi e istituzioni solide, coesione sociale...ma dove manca una o più di queste caratteristiche spesso la globalizzazione ha portato non poche diffioltà e crisi (Africa, Russia). Per i paesi in via di sviluppo e in tranzizione verso il capitalismo è necessario un inserimento graduale man mano che si verificano le condizioni. Uno degli aspetti principali della globalizzazione è la caduta delle restrizione dei movimenti di capitali che tuttavia ha due facce: da un lato gli investimenti diretti esteri possono aggiungersi a quelli interni, consentire la diffusione delle tecnologie ma dall'altro possono generare impieghi speculativi a breve termine spesso fonti di instabilità finanziaria (anche qui i vantaggi riguardano solo i paesi con istituzioni finanziarie solide ed efficenti). I sostenitori della globalizzazione sostengono (come i modelli neoclassici di convergenza dei tassi di crescita, in cui tuttavia la tecnologia è considerata come una variabile solo esogena) che come conseguenza dell'espansione del mercato mondiale i redditi crescerebbero più rapidamente e i tassi di crescita finirebbero per convergere. Tuttavia la crescita dei redditi è stata più lenta che in passato (specie rispetto alla 3° fase del capitalismo "golden age") e le disuguaglianze sono aumentate non solo tra le nazioni ma anche all'interno di esse sia di quelle sviluppate che sottoviluppate (per i quali si tende a scusare tale tendenza come un effetto della maggior crescita che può portare inizialmente a una più sperequata distribuzione del reddito ma nei paesi sviluppati tale tendenza dovrebbe invertirsi). I problemi poi, non si riflettono solo sulle nazioni sottoviluppate per cui la globalizzazione ha avuto effetti negativi e le diverse politiche adottate allo scopo di stimolare lo sviluppo sono state spesso deludenti o fallimentarie ma anche per i paesi più ricchi si presentano due ordini di problemi:1) la sempre più diseguale distribuzione del reddito che mette fa sorgere dubbi circa il soddisfacimento dello scopo sociale della società 2) sostenibilità economica-politica della crescita: data la persistente diseguaglianza del reddito si pone il problema di come sostenere la domanda del consumatore per evitare di compromettere la crescita economica. Infine si impone l'esigenza di nuove regole e istituzioni internazionali che non siano a solo beneficio dei paesi più sviluppati che oggi promuovono la liberalizzazione degli scambi di beni e servizi che essi producono mentre continuano a proteggere l'agricoltura e altri settori che sono più esposti alla concorrenza dei paesi in via di sviluppo. Scusa per la lunghezza della risposta.
rifatlica
2007-06-08 00:41:22 UTC
la globalizzazione e come la democrazia,devi sapere gestire,in modo intelligente,per integrarsi tra i paesi.

Si deve governare la globalizzazione,perché il capitalismo e insieme con globalizzazione,sapiamo tutti che il capitalismo liberista e l' unico sistema nel mondo,nella storia umana,che porta,produce ricchezza.

Globalizzazione crea ricchezza,pero non distribuisce la ricchezza,perché e compito e dovere dei stati e governi,distribuire la ricchezza.

Quali sfide da un' accresciuta globalizzazione.

Sono tante,e il compito dei stati e i governi del mondo a capire,arginare,e dare soluzioni per ogni paese,al globalizzazione,non può dare ricce-te gratuite,perché e diversa,politica,mentalità culturale,economia e le tradizioni dei paesi.

Tra i paesi,serve coordinamento,quello che succede in un paese,influenza più intensamente e più rapidamente anche altri paesi.

Serve integrazione tra i paesi e coordinamento nelle teorie e realizzazioni delle teorie economiche diverse,distribuzione dei effetti tra i paesi,l' effetto di ''contagio''.

Aiuto e assistenza dei istituzioni economiche internazionali.
2007-06-07 16:50:08 UTC
Bisognerebbe che la domanda fosse rivolta all'economista Jeremy Rifkin che conosce meglio di noi l'argomento; a noi spetta il compito, pure importante, di dialogare su possibili azioni correttive da apportare ad uno stile di vita eccessivamente basato sul consumismo con quello che ne consegue in termini ambientali. Per quanto riguarda i paesi sottosviluppati credo poi che una risoluzione pacifica dei vari conflitti che insanguinano quelle regioni lontane(ad esempio il Darfur) potrebbe permettere agli aiuti internazionali di essere distribuiti alle popolazioni in maniera ottimale.
nearjk
2007-06-07 12:41:16 UTC
Non credo di essere in grado di fare un' "analisi del processo economico" visto i miei scarsi studi in materia...

Cmq credo che la globalizzazione habbia i suoi pro e i suoi contro...il problema è che a beneficiare di tutti i suoi pro sono i paesi più ricchi, mentre a subire tutti i suoi contro sono quelli economicamente svantaggiati.

Insomma...è un bel rompimento....
2007-06-08 14:27:12 UTC
purtroppo la situazione è qll ke tu hai presentato ma del resto ormai il mondo è così...ttt dicono "aiutiamo l' Africa, aiutiamo i paesi del 3° mondo" ma la verità è ke se ttt le xsone di qst mondo vivessero cm noi nn c sarebbero abbastanza risorse x ttt...
italiano doc
2007-06-07 14:44:07 UTC
io penso che sia un imposizione del sistema americano sul mondo...... e un malanno per i paesi poveri...

es. se un azienda di hamburger in kenya ( parlo x assurdo) volesse vendere i propri prodotti, con la globalizzazione questa azienda si troverebbe una potente, occidentale, americana, concorrente: LA Mc DONALDS.

con tutti i soldi che la mc donalds ha, con tutte le innovazioni che fa ogni anno, secondo voi l'azienda del kenya potrebbe reggere la concorrenza?

la risposta è no...... quindi con la globalizzazione le aziende dei paesi ricchi (usa) sono padroni del mercato africano, mentre le aziende locali, che vorrebbero aprire, fallirebbero dopo pochi mesi........... i paesi ricchi diventeranno più ricchi, i paesi poveri più poveri.


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